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Cracovia
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Il primo pensiero dopo aver prenotato l’aereo è stato: “riusciranno i miei figli a stare buoni il tempo necessario”? Tutto sommato si sono comportati bene. Complice la durata del volo, di sole due ore, l’emozione di volare per la prima volta, e il pensiero rivolto al loro primo viaggio all’estero.
Dove?
Cracovia.
Qualche giorno prima di Natale prendendo i voli giusti siamo riusciti a fare quattro giorni ad un costo davvero molto basso. Cracovia ci ha attirato per la sua storia, e per le varie attrazioni più compatibili agli interessi di una famiglia, bambini compresi.
Il trenino ci porta alla stazione centrale di Cracovia, Kraków Główny , che è una sorpresa. Scesi dal treno , per uscire in strada, si passa attraverso il centro commerciale più grande che hanno e quindi fin da subito abbiamo avuto a disposizione un bancomat (in zona sicura) per prelevare gli Zloty e un supermercato per comprare la prima colazione per il giorno dopo.
Sebbene sia un paese dell’Unione Europea la Polonia ha mantenuto la propria sovranità monetaria, a tutto vantaggio di noi turisti. Complice il cambio favorevole dove 4 zloty circa equivalgono a 1 euro, il costo della vita è decisamente sostenibile. Nel mio caso 94 euro sono bastati per 3 giorni, pranzo e cena fuori (alle bancarelle di Natale quasi sempre, ma senza risparmiarci sui bis), ninnoli, pensierini per visite e quant’altro. L’unica cosa extra che ho pagato con il bancomat sono state le visite alla Fabbrica di Schindler e alla miniera di Sale di Wieliczka.
Il Centro
Superato l’elegante teatro Juliusz Słowacki prendiamo la via Florianska, piena di vita, pub, ristoranti, negozi e raggiungiamo la piazza centrale di Cracovia, Rynek Główny, la più grande piazza medievale d’Europa. Luci, alberi di Natale, bancarelle dai mille sapori sono li ad attenderci. Se non fosse per la pioggia sarebbe tutto perfetto. Il cibo alle bancarelle è invitante, partiamo subito con una fetta di pane bruscato, enorme, con sopra cipolla in padella, molto saporita da chissà quale intruglio di spezie e sapori. Buonissimo.
I bimbi storcono il naso. Nella bancarella di fianco ritrovano il sorriso quando vedono le patate abbrustolite, dal sapore ottimo. In un’altra ancora mangiano della scamorza fondente. Poi ancora della gustosa cioccolata fondente dalle forme di attrezzi del fai da te. La scelta non manca.
Nel centro della piazza c’è una torre, la torre del vecchio municipio, Wieza Ratuszowa, che ha come ultimo ingresso le 16.45, non ricordo esattamente l’orario, ma siamo li. Scaleremo i suoi 110 gradini di pietra l’indomani, per raggiungere i 75 metri d’altezza, da dove si domina la piazza sottostante. Purtroppo però non c’è un “fuori” e si può vedere, male, sotto ai nostri piedi solo attraverso dei finestroni. I bambini però si divertono nella salita e nella discesa, arrampicandosi su questi sacalini, spesso molto alti, che si sono rivelati per loro insidiosi ma divertenti nella fase discensiva.
Sempre sulla piazza centrale c’è la Basilica di Santa Maria, Kościół Mariacki, visitabile a pagamento nella sua interezza, cosa che abbiamo fatto. Per scoprire poi che tutto sommato entrando nella parte dei fedeli, si vede un po' tutto quello che c’è da vedere. Costa poco, è molto bella, ma a meno che non siate super appassionati del genere, entrate dall’ingresso principale e guardate tutto da li.
Nel centro della piazza c’è il mercato dei tessuti, Sukiennice, pieno di artigianato locale, luogo ideale per comprare qualche souvenir da portare a casa a parenti o amici.
Proseguiamo la passeggiata verso il Castello di Wavel, il castello della città, che dalla piazza centrale si raggiunge in pochi minuti percorrendo via Grodzka. Alla fine della via salite al castello e andate alla biglietteria per comprare i biglietti delle varie zone visitabili. Domenica è gratuito. C’è una parte molto interessante che ci mostra le vecchie fondamenta del castello e i ritrovamenti effettuati durante gli scavi. Poi si può visitare l’interno con le varie stanze, la sala del trono, dei ricevimenti e cosi via.
Se vi trovate in zona castello all’ora di pranzo o di cena vi consiglio di pranzare al Bar Grodzki in via Gordzka 47, un ristorante espresso molto carino ed economico, con diversa scelta e possibili opzioni vegetariane o vegane.
La Fabbrica di Schindler
Per raggiungere la fabbrica dal centro bisogna prendere il tram numero 8 o il numero 13, facendo il biglietto direttamente sul mezzo o mentre lo aspettate in banchina. Si scende alla piazza degli eroi del ghetto, caratterizzata da tante sculture di sedie poco distanti l’una dall’altra, e si prosegue a piedi per via Kacik, fino a passare sotto un sottopasso, continuare dritti altri 200 metri, e trovarsi finalmente di fronte l’ingresso della fabbrica.
L’ingresso è a pagamento. Premetto che della fabbrica vera e propria non si è visto molto. E’ più un museo che raccoglie diverse testimonianze sull’occupazione nazista, la guerra, e ovviamente delle persone scampate all’olocausto grazie ad Oscar Schindler. Visita interessante sicuramente, anche per i più piccoli, che non rischiano di rompere nulla e nel mio caso si sono dimostrati interessati, cercando di capire cosa fosse accaduto in quel posto e a quelle persone.
La miniera di sale di Wieliczka
Per raggiungere la miniera dovete andare alla stazione, prendere l’autobus 304 e scendere dopo circa 45 minuti, controllando sul telefono la posizione o più semplicemente chiedendo all’autista.
Il costo della visita per una famiglia di 4 persone è di 60 euro. Ci sono visite che partono di continuo. Le più frequenti, oltre a quelle in polacco ovviamente, sono quelle in inglese. Per l’italiano ci sono 3 orari. Conviene prenotarsi prima, perché c’è un numero chiuso di persone, superato il quale si slitta al turno successivo.
Si inizia scendendo una scalinata in legno. Dopo tanti, ma veramente tanti scalini, si raggiunge il primo punto dove la guida, obbligatoria, raduna le persone, e spiega come comportarsi all’interno della miniera. Siamo a 35 metri di profondita. Già che ci siete, non dovesse dirvelo la guida, “assaggiate” le pareti.
Più ci si addentra nella miniera più si scende. Passando per le varie stanze che ci mostrano il duro lavoro dei minatori, la vita grama degli animali che per 15 anni non vedono la luce del sole, si scende fino a 65 metri e poi ancora a 100 metri, dove si apre una sala che dopo tanto buio e spazi angusti lascia senza parole. Qui troviamo tantissimi quadri fatti di sale, statue, un altare per la messa (qui ogni domenica se ne tiene una) e una statua di Papa Wojytila, anche questa di sale.
Mentre continuiamo a scendere la guida si ferma e ci racconta la triste storia della miniera e della Polonia, sempre al centro di diversi contenziosi, una nazione senza mai pace. Russi, austriaci, tedeschi. Un vero disastro per le loro bellezze e risorse.
Passiamo in una sala alta 65m, con una struttura in legno imponente costruita dagli esperti minatori per rinforzare il soffitto. Siamo ormai giunti nel punto più basso, 135 metri di profondità. C’è un piccolo laghetto che lascia presupporre l’utilizzo di piccole imbarcazioni per trasportare il sale nei canali sotterranei.
Qui la guida ci saluta. C’è un punto di ristoro, uno negozio di souvenir, e una sala da ballo dove si svolgono ancora oggi feste, matrimoni ed eventi privati.
Per risalire si usa un ascensore stretto e su tre livelli che pochi secondi ci riporta in superficie.
Cracovia per i bambini
Ma i bambini a Cracovia? I miei di 5 e 7 anni se la sono cavata egregiamente. Le distanze a piedi non sono mai esagerate, il centro è piccolo e alla portata anche dei bambini più pigri. Si divertiranno a salire la torre al centro della piazza principale, troveranno interessante la fabbrica di Schindler e stupefacente la miniera di sale.
Prima di partire ho consultato tantissimi blog per cercare di capire se Auschwitz potesse essere una meta adatta a loro. Le opinioni sono molto contrastanti. La scelta di non andare è stata dettata dal buonsenso più che dai forti contenuti della visita, che è consigliata dai 14 anni in su. Con i miei figli avevo già trattato l’argomento ed ero sicuro che filtrando qualche contenuto non ne sarebbero rimasti turbati, ma ho comunque scelto di non andare per timore che potessero diventare troppo vivaci in un luogo dove il rispetto deve essere assoluto.
Conclusioni
Cracovia è stata una piacevole sorpresa. Pulita, ordinata, funzionante e bene organizzata come tutte le città dell’est europa che ho visitato fino ad ora. Il costo della vita ci è molto favorevole, quindi alla prima occasione non esitate e dedicatele un paio di giorni. Saprà farsi apprezzare da grandi e piccini. Le attrazioni non mancano, pianificate prima il viaggio e decidete delle priorità, visto che alcune visite richiedono una mezza giornata.
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Palombara Sabina Castello di Natale
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- Scritto da Manuel
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Quest'anno a Palombara Sabina, in provincia di Roma, c'è un piccolo ma ben fatto mercatino di Natale, con qualche bancarella di legno nella piazza del castello (sono poche a dire il vero, una decina) e diversi prodotti artigianali nelle varie cantine nei dintorni dell'ingresso del castello stesso. Non manca il laboratorio per far divertire i bambini e fargli fare qualche disegno o qualche lavoretto di Natale.
Non poteva mancare la casa di Babbo Natale, direttamente dentro al Castello, con una fila mostruosa (almeno 30 minuti) ma dal costo abbordabile e ragionevole, 5 euro gli adulti, 3 euro i bambini. Una volta accolti dagli elfi, i bambini trovano un altro piccolo laboratorio dove fare lavoretti, prendere il diploma da elfo, e scrivere la letterina da consegnare a Babbo Natale direttamente, dopo una nuova, ma più breve, fila per la foto. Foto gratuita che potete fare per conto vostro o acquistare subito dopo.
Esperienza positiva per i piccolini, piacevole e senza troppa ressa per gli adulti, tutto a una mezz'ora d'automobile da Roma!
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Santuario della Mentorella
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Sui monti Prenestini c'è un piccolo santuario, arroccato sul cucuzzolo di una montagna, perso nel tempo. Tranquilli, è comodamente raggiungibile in auto. Basta seguire le indicazioni per il paese Guadagnolo e poi deviare quando c'è l'indicazione per il Santuario della Mentorella.
Parcheggiata l'auto nel minuscolo spazio (una decina di auto non di più), si prosegue a piedi per 100 metri e si raggiunge il piazzale del santuario. Potete decidere quindi di seguire la messa se arrivate in un orario di celebrazione, ammirare la statua della Madonna delle Grazie, oppure continuare ad esplorare l'area del santuario.
Subito dietro la chiesa ci sono due possibili strade. A sinistra si entra nella grotta di San benedetto, qui sopra nella foto, passaggio molto stretto ma abbastanza agevole, dove chi vuole può trovare un minuto di raccoglimento nella luce tenue delle candele.
A destra c'è la Scala Santa, che porta alla cappella di Sant'Eustachio, dove ci sono tre campane e una corda, con un avvertimento che avverte il pellegrino di "non far da campanaro se il cuor tuo non batte da cristiano".
Il paesaggio che si gode dalla sommita dello sperone roccioso dove si trova la cappella è davvero d'effetto.
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Villa di Livia
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A Prima Porta c'è un piccolo tesoro che fino a qualche giorno fa mi era del tutto sconosciuto. La Villa di Livia.
La villa, che corrisponde alla villa di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto, si trova all'interno del parco pubblico di Prima Porta, e l'accesso agli scavi si trova nel centro del parco stesso. Una volta raggiunto l'ingresso si possono subito vedere dei reperti, vasellame, sesterzi, pezzi di stucchi e affreschi ed un filmato con gli affreschi intonsi che ora si trovano nel Museo Nazionale Romano.
Per raggiungere la villa che è alle spalle di questo piccolo museo, si percorre una antica strada romana per cinquanta metri, e il colpo d'occhio che si ha è sui giardini della villa che hanno una bellissima veduta su quella che doveva essere la campagna romana.
La villa è in ottimo stato di conservazione. Passeggiando nei suoi ambienti non si può non notare l'impluvium principale (prima foto) o i mosaici in ottimo stato nelle diverse stanze, così come gli affreschi e le varie stanze termali, calidarium e frigidarium.
Inoltre è possibile scendere nella parte bassa della villa, dove gli ospiti trovavano refrigerio e dove sono stati rinvenuti intonsi gli affreschi conservati al Museo Nazionale Romano.
Una visita da non perdere se siete appassionati di storia romana.
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Riserva naturale di Tor Caldara
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- Scritto da Manuel
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Escursione adatta ai bambini, sempre pianeggiante.
Passeggino: Si, senza problemi
L'ingresso è gratuito, ma i giorni di apertura e gli orari sono abbastanza risicati, quindi consulatate prima su google o fate una telefonata.
L'oasi WWF di Tor Caldara si trova ad Anzio, 70 km a sud di Roma. Parcheggiata l'auto nel microscopico piazzale di fronte all'ingresso principale o nelle immediate vicinanze, si entra subito nell'oasi che ci accoglie con la casetta della forestale, una mappa gratuita da consultare e restituire prima di uscire, e una bellissima fontanella dove fare il pieno di acqua fresca.
L'escursione è veramente semplice e alla portata di chiunque, è pianeggiante, su strada comoda, sterrata, e di breve durata. Facendo tutte le soste e mettendosi a leggere le varie didascalie sulla mappa o ascoltandole tramite QRCode dal cellulare, dovreste impiegare circa un'ora.
A metà percorso si comincia a sentire un forte odore di zolfo. Sono le solfatare che circondano la riserva, con punti di avvistamento ben segnalati da cui è anche possibile fare qualche foto, come quella qui sopra. Inoltre tornando indietro è possibile passare sul laghetto (a fine settembre asciutto) della solfatara che si trova all'interno dell'oasi.
Arrivati alla Torre, che è del 1565, si gode di un bellissimo panorama sul litorale laziale, sia verso nord che verso sud, il consiglio è quindi di prendervi tutto il tempo per fare qualche bella foto.
Tornando indietro tenete d'occhio la mappa e girate sulla destro verso i punti 13 e successivi. Si arriva cosi in un punto dove le truppe inglesi si nascosero e si accamparano durante la seconda guerra mondiale per evitare di essere visti dalle ricognizioni aeree dei tedeschi, vista la fitta vegetazione. Piu avanti invece c'è un laghetto artificiale creatosi dall'esplosione di una bomba sganciata sulla zona durante il famoso sbarco di Anzio.
Il giro si conclude passando per le gabbie di recupero della fauna selvatica, che è possibile vedere da apposite feritoie. Quando uscite non dimenticatevi di lasciare la mappa che avete preso all'ingresso.
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