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Castrum Novum
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- Scritto da Manuel
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Partiamo subito con un pò di storia, presa dal sito del FAI che ci ha permesso di visitare il sito archeologico in maniera gratuita in una delle giornate promozionali.
"Castrum Novum, colonia marittima romana realizzata nel 264 a.C. a difesa della costa tirrenica settentrionale, fu ripopolata in epoca cesariana (Colonia Iulia Castronovana), all'inizio rettangolare e circondata da mura, successivamente provvista di: teatro, curia, archivio (tabularium), area sacra ad Apollo, impianto termale (balneum). Lungo il suo litorale, sono evidenti strutture romane di epoca imperiale e rinvenuti materiali che attestano la vita della città dal III secolo a.c. al VI d.c.."
Il sito, che si trova vicino Santa Marinella, non è grandissimo sebbene una parte sia ancora sepolta sotto proprietà privata. Nella giornata FAI in cui l'abbiamo visitato abbiamo avuto la fortuna di avere l'archeologo direttore dei lavori a farci un'introduzione su quello che rappresenta questo sito e la sua importanza strategica per Roma.
I castrum sono delle roccaforti militari che presidiano i territori di confine. Questo castrum, con l'espansione dei territori di Roma ha perso, nel corso dei secoli, la sua funzione principale, quella di controllare il territorio e la presenza di nemici ai confini di Roma, espandendosi e diventando una vera e propria cittadina con tanto di teatro e ambienti termali.
Lungo il percorso volontari spiegano punto per punto cosa stiamo vedendo: le vecchie baracche dei soldati, le tombe ritrovate, le fondamenta delle mura, il teatro. Con un giro ad anello che dura un'oretta scarsa si riesce a farsi un'idea del sito archeologico, che gode di una posizione privilegiata, proprio sul mare Tirreno.
Visitatelo se vi trovate nei paraggi e fosse aperto al pubblico, non ve ne pentirete!
Da Campo dell'Osso al rifugio di Camposecco
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Da Campo dell'osso al rifugio di Camposecco e ritorno ad anello
Luogo: Monti Simbruini - Campo dell'osso
Condizioni Meteo : Nuvoloso - piovoso - neve
Difficoltà: Escursione lunga. Facile e tutta in discesa fino al rifugio, si recupera tutto il dislivello tornando alle vedute.
Durata: 5h - Giro ad anello di 18km
Panorama: 3/5 - Bella passeggiata con arrivo alla piana di camposecco, teatro dei nostri spaghetti western come Trinità.
Avvistamenti : No
Passeggino: No.

17.9 km, 04:58:41
Questa escursione ci porta dal piazzale di Campo dell'Osso, poco sopra Livata, fino ai prati della piana di camposecco, passando per i boschi e le faggete dei monti Simbruini.
Si parte presto, il giro è lungo, quindi se come noi si fa d'inverno è bene stare verso le 9 alla partenza delle piste da fondo di campo dell'osso.
Da qui comincia tutta in piano l'escursione che segue il tracciato del sentiero già visto prima che dal passo delle pecore porta all'anello di Livata. Entriamo dunque nella faggeta, seguiamo le indicazioni sempre presenti sul sentiero e arriviamo ad un bivio con l'indicazione "Passo delle Pecore". Continuiamo costeggiando la faggeta, entrando e uscendo dagli alberi, e qui è bene fare molta attenzione ai segnali sugli alberi o si rischia di finire fuori percorso.
Usciti dalla faggeta e raggiunto il passo delle pecore, troviamo una ulteriore segnaletica. A sinistra andiamo all'anello di Livata, a destra proseguiamo per Campo Buffone che attraversiamo in una fantastica radura per poi preseguire e rientrare più avanti tra gli alberi.
Qui il sentiero, che fino ad ora è stato pianeggiante, comincia a scendere verso la piana di Camposecco, sempre in mezzo ai faggi. Quando gli alberi cominciano a diradarsi e si intuisce l'arrivo nella piana abbiamo fatto metà percorso. Infatti il rifugio di Camposecco (che è solo un rifugio per la notte) si trova proprio in fondo alla piana, si intravede piccolo in lontanza.
Soffermiamoci un attimo sul posto in cui ci troviamo. Una grande radura circondata da boschi di faggio, con piccole collinette piene di spuntoni rocciosi. Per i ragazzi degli anni '70 questo era il far west dei film spaghetti western e a rendere famoso questo posto è stato il film Trinità, con la coppia Bud Spencer e Terence Hill.
Fatta una breve pausa e salutati i ragazzi che hanno passato la notte nel rifugio riprendiamo la marcia, che stavolta non sarà tutta pianeggiante perché dobbiamo riconquistare il dislivello perso all'andata e salire fino sotto al monte Autore (1.854m) in località "le Vedute".
La salita comincia dolcemente, poi salendo la nebbia si fa più fitta e la neve fa il resto, abbassando la visibilità senza però diventare mai problematica. Quando raggiungiamo "le Vedute" ormai la visibilità è molto bassa, ma la parte dura del percorso l'abbiamo già fatta e non ci resta che seguire la strada sterrata passando per l'osservatorio e superando gli impianti da sci di Monna dell'Orso per raggiungere infine il punto di partenza, con il gps che segna ben 20km.
Il video dell'escursione
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Da Campo dell'Osso a Livata
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Da campo dell'osso all'anello di Livata
Luogo: Monti Simbruini - Campo dell'osso
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione semplice e adatta a tutti.
Durata: 1,30h - Sola andata, 4,6 km
Panorama: 2/5 - Bella passeggiata tra i boschi di faggio.
Avvistamenti : No
Passeggino: No

4.6 km, 01:41:42
Una facile passeggiata da fare con i bambini sui monti Simbruini è quella che ci permette di raggiungere l'anello di Livata, quello con i giochi per intenderci, partendo da Campo dell'Osso.
Va subito fatta una premessa. Bisogna avere 2 auto, quindi essere li con amici, oppure avere qualcuno che porti giu la macchina da campo dell'Osso, altrimenti sarà obbligatorio tornare su a piedi a riprenderla.
Fatta questa doverosa premessa, zaino in spalla e partiamo.
Non è necessario che i bambini siano super allenati. La strada è pianeggiante il primo tratto, e tutta in discesa nel secondo. Passando però tra rocce su un sentiero abbastanza sdrucciolevole è necessario avere scarpe adatte per evitare rovinose cadute.
Lasciata l'auto alla partenza dell'anello di sci di fondo, a Campo dell'Osso, si seguono le indicazioni per Livata, camminando dolcemente in pianura tra i boschi di faggio e radure che ogni tanto si aprono lasciandoci ampio respiro.
La segnaletica, sempre ben presente, ci indica Livata e il Passo delle Pecore senza possibilità di sbagliare. Bisogna solo fare attenzione in un tratto in cui si costeggia il bosco, appena dopo il cartello con l'indicazione "Passo delle Pecore", e cercare sugli alberi la segnaletica, per evitare di finire troppo fuori sentiero.
Raggiunto il passo, con le indicazioni per Campo Buffone (a destra), Monte Calvo (dritto), e Livata (sinistra), prendiamo ovviamente la direzione per Livata e cominciamo a scendere per il sentiero.
La discesa come detto non è difficoltosa, ma ci vogliono le scarpe adatte.
Raggiunto un vecchio fontanile si intravede una strada sterrata, andiamo a sinistra. Questa sterrata passa dietro il campeggio dell'anello e in 15 minuti ci porta di fronte al parco giochi di Livata, dove termina l'escursione.
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Il borgo senza auto di Chamois
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Al borgo senza auto di Chamois
Luogo: Valtournanche
Condizioni Meteo : Nuvoloso
Difficoltà: Escursione semplice e adatta a tutti.
Durata: 1,20h - Sola andata, 4 km
Panorama: 2/5 - Bella passeggiata panoramica.
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, qualsiasi.

4 km, 01:26:13
C'è un paese in valle d'Aosta che è raggiungibile solo in 3 modi:
A piedi
In bici
In funivia
Ovviamente noi optiamo per la camminata e scegliamo di farne una completamente in pianura e panoramica.
Per non fare fatica e quindi fare una lunga passeggiata, perché è di questo che si tratta, con tutta la famiglia il punto di partenza dell'escursione è la Magdalene, in località Vieux. Si può scegliere di parcheggiare l'auto lungo la strada sulle strisce a pagamento (si paga all'ingresso presso una cassa automatica) oppure parcheggiare molto prima al paese.
Se siete a piedi non entrate al primo ingresso, quello con la sterrata sulla curva, ma salite ancora più su fino a che non vedrete una strada che entra nel bosco. Da qui inizia il sentiero che in 1.30h vi porterà a Chamois. Ci vuole tanto con i bambini perché il sentiero è pieno di giochi, carrucole, arrampicata, giochi d'acqua, scivoli, altalene a coppia. Quindi genitori mettetevi l'anima in pace e lasciate giocare i bambini. E magari fate a gara genitori contro figli sulla carrucola a due.
Arrivati a Chamois ci si accorge della bellezza del piccolo borgo, del silenzio, del ritmo lento. Ci sono giusto qualche bar e due negozietti, un ristorante e poco altro, se non l'inizio di altri sentieri. Insomma un'esperienza molto particolare che avevamo già provato al Monte Santo di Lussari, in Friuli.
Il ritorno si fa sullo stesso sentiero dell'andata.
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Rifugio Fallere
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Al rifugio Fallere
Luogo: Vetan - Saint Nicholas
Condizioni Meteo : Soleggiato - Variabile
Difficoltà: Escursione semplice con 2 varianti, sterrata e sentiero, piu tosto.
Durata: 2,20h - Sola andata, 4,8 km
Panorama: 3/5 - Rifugio stupendo, alta presenza di stelle alpine.
Avvistamenti : No
Passeggino: Si ma da verificare. Ho fatto l'altra strada che si raccorda a sentiero sterrato solo ai 2/3 della strada.

4.8 km, 02:20:37
C'è un rifugio in valle d'Aosta pieno zeppo di sculture in legno, ma talmente tante che i bambini si divertiranno a trovarle lungo il sentiero, soprattutto quelle piccole piccole, che si confondono con il paesaggio.
L'escursione al rifugio Fallere parte poco oltre il comne di Saint Nicholas, località Vetan. Si parcheggia l'auto nei pressi di un grande albergo e si sale subito ripidi per 50 metri, dietro la chiesetta dedicata a papa Giovanni Paolo II. Da qui l'escursione si dirama. Corta e ripida per un bel tratto, lunga e semplice se si prende la sterrata.
Prendiamo la corta e ripida. Che poi è ripida solo per un pezzo, un lungo strappo che ci riporta dai campi coltivati fino a raggiungere il sentiero sterrato, evitandoci la lunghissima carrareccia. La prima parte è dunque pianeggiante, poi c'è da affrontare questo strappo nel bosco usciti dal quale saremo nuovamente sulla sterrata.
Lungo tutto il sentiero ci sono sculture in legno del signore Siro Viérin. Ovviamente nelle parti comode, ovvero sulla sterrata, ci saranno statue e sculture grandi, perché facilmente trasportabili, mentre nella parte del sentiero stretta e irta piccole sculture di funghi, fiori e animaletti vari.
Il rifugio che è nato nel 2012 è davvero molto grande e dispone di tantissimi tavoli, sia all'interno che fuori, alcuni riparati dalla pioggia, altri meno. Siro è davvero gentile, l'abbiamo incontrato mentre era al lavoro, si è reso subito disponibile e ci ha raccontato diverse cose della zona. Stanno anche completando un grande capanno in legno dove mettere molte altre sculture per fare un vero e proprio museo alpino.
Nei pressi del rifugio ho avuto il piacere di vedere qualcosa che non vedevo davvero da tanto tempo: le stelle alpine. Non ci avevo nemmeno fatto caso, per fortuna mio figlio, più attento di me, me le ha fatte notare.
A scendere si può percorrere nuovamente lo stesso sentiero a ritroso oppure fare la più dolce strada sterrata fino al punto di partenza.
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