Pictures of my travels

Montagna

Escursione: Dal paese di Sant'Oreste saliamo alla vetta del Soratte passando per gli eremi
Luogo: Monte Soratte, Lazio
Condizioni Meteo : Soleggiato 
Difficoltà: Escursione semplice se si va dritti alla vetta, un solo passaggio esposto se si passa per gli eremi.
Durata: Di buon passo si arriva alla vetta in 40 minuti
Panorama: 3/5 - Si riesce a vedere a 360 gradi tutta la campagna sabina
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, solo fino al santuario lungo la strada asfaltata. Gli ultimi 200 metri vanno fatti senza!

Il paese di Sant'Oreste visto dall'alto

 

4 km, 01:46:35


Il monte Soratte si trova isolato a circa 40 km a nord di Roma, dominando la campagna sabina e permettendo dalla sua cima di avere una vista a 360 gradi su tutta la pianura circostante.

Per iniziare il sentiero che vi porterà in vetta dovete recarvi al paese di Sant’Oreste, parcheggiare l’auto proprio sotto la montagna , e seguire la strada asfaltata che si inoltrerà nel bosco.

La passeggiata, perché è a tutti gli effetti una passeggiata se seguirete il sentiero principale sia andata che ritorno, è breve (1.8km – 0.40h) e mai impegnativa, ma comunque in salita, 200 metri di dislivello vanno fatti seppure la vetta sia di altezza modesta (691m s.l.m.).

Lungo il sentiero ci sono tantissimi tavolini dove potersi fermare per riposare o per un pranzo al sacco, e appena all’inizio del sentiero, sulla destra, leggermente nascosta dagli alberi, una fontana per rinfrescarsi.

L'eremo di San Silvestro

L'eremo di Santa Chiara

Superate le varie deviazioni che incontrerete e andate dritto fino a raggiungere il santuario della Maria delle Grazie, dove ci sarà l’ennesimo tavolino e una fontanella (chiusa al mio passaggio però). Da qui siamo ormai in vetta, mancano poche centinaia di metri. Si lascia il sentiero asfaltato e si prosegue su un comodo sentiero di montagna, largo e sicuro, fino all’eremo di San Silvestro (chiuso anche questo) che sorge proprio sulla vetta (altri tavolini).

Godetevi il panorama mentre fate una pausa.

Al ritorno ho fatto una deviazione e sono passato per gli altri eremi. Deviazione non impegnativa se non per un solo punto in cui il sentiero è stretto ed esposto, giusto 5 passi in tutto, per poi tornare sicuro e non impegnativo. Quindi pensateci bene se deciderete di seguire la traccia GPS, altrimenti suggerisco di tornare per la strada dell’andata, comoda e semplice.

La scritta pace sul muro dell'eremo di Santa Chiara

L'eremo di San Silvestro visto dal sentiero che passa per gli altri eremi

Per chi volesse proseguire sulla traccia GPS posso dire che ne vale la pensa, si farà cosi un anello passando per altri due santuari, scendere nel bosco e tornare alla strada principale a qualche centinaia di metri dall’inzio del sentiero.

Finita l’escursione suggerisco a tutti, soprattutto a famiglie con bambini, di fare un giro nel parco del Bunker Soratte, ampio e spazioso, con carri armati, obici, guardine e quant’altro che stimoleranno la curiosità dei vostri bambini.

 

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EscursioneDa Campoli appennino a Monte Serrone (1.974m) - sentiero a destra Q2
Luogo: Campoli Appennino, Sora, Pnalm. (ex ristorante Cicerone)
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione molto lunga e con dislivello elevato 1100m. Alcuni punti sono da fare a quattro mani. Verso la vetta presenza di vipere.
Durata: 7h00m  - Giro ad anello
Panorama: 4,5/5 – Superata la faggeta si percorrono gli ultimi chilometri tutti in cresta, cosi il ritorno. Veramente Un panorama fantastico.

 

14.7 km, 06:33:39

Insieme all'amico Marco Pantanella e ad altri simpatici escursionisti, Michela, Alessandro e Fulvio, partiamo da Roma in direzione Sora, più precisamente Campoli Appennino, per affrontare una lunga ma bellissima escursione nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si parte nei pressi dell'ex ristorante Cicerone, mettiamo gli scarponi e ci avviamo sul sentiero Q2, a destra, a circa 950m . La prima parte del sentiero è semplice e sale su una mulattiera larga e comoda, fino ad inoltrarsi nella faggeta dove prosegue comoda ancora per qualche chilometro. Dopo aver superato il rifugio Simoncelli (tenetevi alla sua sinistra) fate attenzione agli alberi a sinistra, in un nodo di uno di questi bellissimi faggi è stato allestito un piccolo presepe.

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Si prende poi una deviazione nel bosco per uscire dalla faggeta. La pendenza sale, ma in una mezz'ora arrivamo alla prima croce che si incontra in questa escursione, e primo punto panoramico da cui è possibile vedere tutta la vallata appena percorsa. Il percorso da qua è tutto scoperto, bellissimo e panoramico. Ma il livello di difficoltà sale. Non c'è più la comoda sterrata, ma si passa su crinali pieni di rocce, fino a quando, superata una piccola collina, si riesce a vedere il Monte Serrone e la sua vetta, meta dell'escursione.

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Nella foto qui sopra si vede il sentiero che taglia la montagna e raggiunge la vetta. Quella è però una delle due vie possibili ma non quella scelta da noi. Marco ci guida sulla cresta di sinistra, fino in cima e poi da li raggiungiamo, sempre in cresta, la vetta del Serrone. Attenzione perché questo è territorio di vipere e proprio Marco per poco non ne calpesta una. Finalmente arrivati in vetta è tempo di fare un meritato spuntino.

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balzo di ciotto

Scendendo ritroviamo la vipera dell'andata sullo stesso sasso, a prendersi quel sole che prima gli avevamo negato. Anche stavolta come si accorge della nostra presenza si allontana velocemente. Scendiamo per un breve tratto sui passi dell'andata, poi continuiamo sulla destra, senza mai lasciare il sentiero di cresta. Dobbiamo percorrerla tutta fino ad arrivare sotto un'altra vetta, Punta Mazza, e da li scendere con molta attenzione fino a rientrare nella faggeta. Attenzione in questo punto, la presenza di foglie secche e l'estrema pendenza può rivelarsi difficoltoso. Mani libere per eventuali scivoloni. Prima di scendere mi prendo il tempo di una foto di tutta la cresta appena percorsa.

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Tornati nella faggeta il sentiero prosegue senza grosse difficoltà, ma scende molto più gradualmente di quanto non sia salito all'andata, passando per pascoli di cavalli e radure che intervallano il bosco. Bellissimo l'incontro con le neo mamme a quattro zampe e i loro puledrini. Purtroppo temo siano cavalli da macello.

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L'ultima parte della sterrata è davvero lunga. Decidiamo di tagliare e concederci un pò di "avventura". L'impresa riesce, risbuchiamo sopra il ristorante, ultima curva e di nuovo tutti a casa.

 

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EscursioneDa Monna Dell'Orso a Monte Autore (1.855m)
Luogo: Monna dell'Orso, Livata
Condizioni Meteo : Coperto
Difficoltà: Escursione estremamente semplice fino alle Vedute. La salita alla vetta è alla portata di tutti ma la pendenza aumenta di molto.
Durata: 2h39m (1.57h di salita senza soste) - Sola andata
Panorama: 3/5 – Dalle Vedute in poi si apre uno scenario interessante sui Simbruini fino ai monti abruzzesi, come la Majella.
Passeggino: Si, ma solo fino alle Vedute.

13.1 km, 13:45:14

Escursione molto semplice alla portata di chiunque quella del Monte Autore. Anzi la prima parte fino alle "Vedute" può essere fatta tranquillamente con bambini piccoli che hanno voglia di camminare o con il passeggino, essendo una strada carrabile molto larga e con brecciolino molto piccolo. Parcheggiata l'auto nel piazzale di Monna dell'Orso, proprio a ridosso degli impianti, si continua per la sterrata, comoda e larga, fino ad arrivare nel bosco, che sempre su sterrata, si attraversa in pochi minuti fino a giungere alla località "le Vedute". Qui potete fare una sosta o un picnic visti i numerosi tavoli a disposizione.

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Da qui scelgo di fare il giro in senso orario. Salgo quindi subito a sinistra, la pendenza aumenta notevolmente, ma la cima è a vista, la strada da fare non è molta. Il percorso è agevole fino alla cima. Chiaramente qui i passeggini non possono più seguirvi, e se avete la famiglia al seguito dovrà aspettarvi nella zona di sosta. Arrivati in cima si riescono a vedere diverse aree interessanti. La piana di camposecco, luogo che ha ospitato numerosi film di Bud Spencer e Terence Hill. La majella, nel parco d'Abruzzo. E chiaramente tutti i Monti Simbruini nella loro bellezza.

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Dopo la pausa pranzo in vetta ricomincio il giro scendendo nel bosco che vedete nella foto qui sopra. Seguite la segnaletica fino ad uscire dal bosco e affrontate una discesa abbastanza ripida e sdrucciolevole fino a raggiungere un'altra croce. Da li prendete il sentiero sulla destra, lungo il costone della montagna che passerà prima sotto un'altra croce, poi nuovamente nel bosco dove è possibile ammirare uno stupendo e gigantesco acero secolare

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Tornati alle Vedute, si può di nuovo scegliere. Salire a sinistra nel bosco, o tornare sui propri passi per deviare più avanti. La mia scelta è stata la seconda. Ripasso nel bosco fatto all'andata e arrivo ad un bivio dove prendo la direzione a sinistra. Di nuovo si entra in un bosco che spesso si apre in radure meravigliose piene di crocus selvatici in fiore. Sto costeggiando il sentiero sterrato dell'andata, ma qualche metro più in basso. Raggiunte le piste da sci, tagliate nuovamente nel bosco alla vostra destra per risalire al parcheggio e al punto di partenza.

 

 

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La vetta

 

Escursione: da Forca d'Acero a Cima Nella (2007m)
Luogo: Forca d'Acero
Condizioni Meteo : Sereno
Difficoltà: Escursione Facile nel primo tratto. Verso la cima la presenza di rocce e pietraie può renderla difficoltosa ai meno esperti.
Durata: 2h39m (1.57h di salita senza soste) - Sola andata
Panorama: 3,5/5 – Una volta superato il valico si aprono infinite possibilità, e in giornate limpide si vedono Gran Sasso e Majella
Passeggino: No

4.9 km, 02:39:16

Sveglia prima dell'alba, vestiti e zaino pronti, scarponi in spalla. Si parte.
Appuntamento con Marco e altri ragazzi che conosco sul posto. Forca d'Acero è il punto di partenza di questa escursione. Parcheggiata l'auto prendiamo il sentiero che costeggia per qualche centinaio di metri la strada e che poi si addentra nella faggeta. Usciti dal bosco ci troviamo di fronte al nostro obiettivo. Cima nella, da raggiungere percorrendo tutta la valle Inguagnera.

autunno

Il sentiero sale dolcemente, non risultando mai impegnativo se non verso il valico. Il freddo comincia a lasciare il posto ad una temperatura più mite. Sosta e cambio d'abbigliamento. Ripresa la marcia Marco di spiega la zona in cui ci troviamo, ci indica i sentieri, le vette, le possibili escursioni. Continuiamo a camminare, nel silenzio, accompagnati solo da qualche scampanellio delle mucche o dei cavalli. Poi abbiamo un incontro inaspettato.

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Un camoscio ci scruta, segue i nostri movimenti, cerca di capire chi siamo e perché siamo venuti. Poi non si cura più di noi, riprende la sua marcia e scompare dietro il crinale. Comincia la parte più dura dell'escursione. Il terreno è più accidentato, la pendenza cresce. Stiamo salendo verso il valico. Da qui le montagne cominciano a mostrarsi. Il tempo di montare il polarizzatore e saliamo prima a Pizzo Inguagnera, una vetta più bassa di fronte a Cima Nella. Si vedono il Gran Sasso e la Majella.

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majella

Tornati al valico cominciamo a salire per la vetta meta dell'escursione, Cima Nella. Ci sono diversi nomi che sono stati dati a questa cima, tra cui Cima Presepe e Cima Sella Matarazzo. Non c'è ancora un nome ufficiale, quindi usate quello che vi piace di più.
Sassi, tanti sassi. Per arrivare in cima incontriamo la parte peggiore del sentiero. Fattibile, ma con attenzione. E finalmente in cima ci godiamo lo splendido panorama a 360 gradi sulle montagne. Gran Sasso e Majella in lontananza. Si vede il rifugio di Forca Resuni, che ho raggiunto dalla Val di Rose.

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Riempito lo stomaco e fatta qualche altra foto cominciamo la discesa che ripercorre la strada fatta all'andata. Ce la prendiamo comoda, fino a tornare al punto di partenza, presso Forca d'Acero.

 

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Tuscolo panorama

Escursione: Monte Tuscolo
Luogo: Castelli Romani
Condizioni Meteo : Sereno
Difficoltà: Escursione Facile, si può scegliere di percorrere la strada asfaltata o la parte panoramica, entrambe semplicissime. Sentiero didattico.
Durata: 30min
Panorama: 3/5 – Bellissima vista sui Castelli Romani e sul monte Cavo
Passeggino: Si. Asfaltato fino all'anfiteatro. L'ultimo pezzo, gli ultimi 100 metri consigliabile passeggino da trekking oppure far scendere i bambini.
Note: All'andata avevo dimenticato di aprire il programma per registrare la traccia, quindi è al contrario.

1.1 km, 00:19:40

 

Era una vita che non andavo al Tuscolo. I miei ricordi si fermano all'adolescenza, quando andavo con gli amici a guardare le stelle nelle calde sere estive passate nella casa di campagna di mia nonna ai Castelli Romani, Rocca Priora per la precisione.
Mi ricordo che si arrivava ben oltre l'attuale sbarra, si parcheggiava e non c'era nulla. Solo il panorama da guardare.
Recenti scavi hanno riportato alla luce un patrimonio incredibile, proprio dove solitamente parcheggiavamo l'automobile, e più su, verso la cima, l'anfiteatro, una villa romana, mosaici che raccontano la storia di un Tuscolo protagonista di giochi, forse olimpici.

scavi

Strada Romana al Tuscolo

Parcheggiando l'auto nella piazzola poco prima della sbarra che impedisce di proseguire se non a piedi, in nemmeno 500metri raggiungerete la zona degli scavi. Potete scegliere di passare per la comoda strada asfaltata oppure tagliare subito a destra la vecchia via romana e passare sul comodo sentiero panoramico. Moltissime le didascalie sulle quali è riportata la storia del Tuscolo, della vita e delle attività della zona nel passato, di quello che gli scavi hanno riportato alla luce.
Superata sulla sinistra la recinzione dell'anfiteatro (a pagamento - 3 euro), e costeggiandola tenendola sempre sulla sinistra e vicina a noi, con altri 200 metri raggiungiamo la vetta del monte Tuscolo - 670m s.l.m. - dove ammirare un panorama davvero molto bello sulla zona e sul Monte Cavo, la vetta più alta dei Castelli Romani.

Croce del Tuscolo

Monte cavo

I Sentieri sono molti, si possono raggiungere a piedi Frascati, Monte Compatri, Rocca Priora, ma la passeggiata dal parcheggio è davvero semplice e per niente impegnativa, percorribile fino all'anfiteatro anche con passeggini classici e sulla vetta con un passeggino da trekking per quegli unici 100m con qualche sasso che potrebbero rendere difficoltosa la salita con quello classico.

 

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