Pictures of my travels

escursione

  • Anello Malga Priu e Rifugio Gortani

    {jcomments on}Escursione: Si sale alla malga Priu per scendere ad anello verso il rifugio Gortani
    Luogo: Val Rauna, sopra Ugovizza
    Condizioni Meteo : Soleggiato - Variabile
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà, che è possibile fare su una comoda carrareccia 
    Durata: 4.00h 
    Panorama: 3/5 – Bello il paesaggio che si vede dalla malga Priu, se non il migliore della zona
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, meglio se da trekking con ruote adatte a sassi grandi ma dovete fare solo la strada bianca!

    La malga Priu vista dalle case in legno sugli alberi

    5.1 km, 04:19:10

     

    Tra le malghe del Puanina Tour ce ne sono 2 vicine tra di loro che possono essere visitate con un giro ad anello nella stessa giornata.
    Sono la malga Priu e il Rifiugo Gortani.
    Salendo da Ugovizza si arriva ad un incrocio con un ponte sulla sinistra, da attraversare con l'auto, per proseguire altri 300 metri fino al parcheggio dove ci sono le indicazioni per la malga Priu, 45 minuti, e il rifugio Gortani, 10m.

    Prendiamo il sentiero per la malga Priu, asfaltato per i primi 200m, per trasformarsi subito in strada bianca, percorribile con passeggino da trekking.
    La strada sale nel bosco, sempre comoda, con pendenza moderata ma costante.
    Dopo una sgambata di 50 minuti e 300 metri scarsi di dislivello il bosco si dirada e si arriva su un pianoro dove si intravede subito la malga Priu e si riesce a godere di un bel panorama.
    Tipico di questo posto sono le prime case in legno costruite sugli alberi, dove è possibile pernottare su richiesta.

    Ci rifocilliamo alla malga!

    Il Rifugio Gortani

    Dopo esserci rifocillati e aver bevuto una birra fresca ripartiamo e lungo la discesa, al secondo bivio sulla sinistra, proseguiamo per un'altra strada bianca, molto più comoda della prima per i passeggini, e la seguiamo fino a scendere giù fino alla strada asfaltata, dove tenendo la destra si arriva fino al bivio per il Gortani, dove decidiamo di fermarci a prendere un caffè assieme a Bianca, la mascotte del rifugio, una cagnolona Labrador simpatica e affettuosa.

    Dal Gortani, raggiungibile anche in auto, si torna al parcheggio in 10 minuti passando per la comoda strada asfaltata.

  • Croux de Bouque - Lungo i sentieri dei papi

    La statua di Giovanni Paolo II

    Escursione: Si parte dall'abitato di Les Combes, sopra Introd
    Luogo:Valle d'Aosta - Introd
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice ma sempre in tiro!
    Durata:1,10h - sola andata
    Panorama:5/5 - Si gode di un paesaggio pazzesco che spazia dal monte Rosa al monte Bianco e tutta la valle centrale di Aosta
    Avvistamenti : No.
    Passeggino:No.

    2 km, 01:09:12

     

    Questa escursione parte dall'abitato di Les Combes, che si trova sopra il paese di Introd, in valle d'Aosta, punto di partenza delle valli Valsavarenche e Rhemes nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.Les Combes è conosciuto per aver ospitato i papi nei loro soggiorni estivi, in particolare papa Giovanni Paolo II, che amava percorrere i sentieri nei boschi circostanti.E proprio uno di questi sentieri è quello che percorriamo noi in una soleggiata e fresca mattina d'Agosto.

    Il sentiero

    La croce, punto di arrivo dell'escursione

    Appena dietro il paese inizia un sentiero, il nr. 4, che con indicazioni chiarissime si addentra subito nel bosco. Ripidamente. Il sentiero spezza subito il fiato, ci fa capire che anche se l'escursione sarà breve non sarà una passeggiata. La prima parte è uno strappo davvero duro, poi il sentiero si addolcisce. Non lasciamo mai il bosco, siamo sempre in penombra con qualche raggio di sole che filtra tra gli alberi a scaldarci. Quando mancano gli ultimi 300m alla croce troviamo il primo tavolino dove poter fare un picnic, se proprio il fiato non regge.

    Il panorama stupendo che si gode dalla croce.

    Quando ormai siamo in prossimità dell'arrivo si intravede la croce, ma siamo ancora nel bosco, e non ci rendiamo conto del paesaggio che è li ad aspettarci. Paesaggio che lascia di stucco, spaziando dal monte Rosa al monte Bianco, con in mezzo tutta la valle d'Aosta. Si vede il piccolo paese di Introd, Aosta in lontananza, il monte Fallere, il monte Emilius. Insomma con un binocolo ci si può sbizzarrire. Con una macchina fotografica si può riempire una scheda.

    In cima ci sono dei tavolini per pranzare oltre che la statua dedicata a Papa Giovanni Paolo II. Si torna sui propri passi per tornare indietro all'auto.

    Il video dell'escursione

     

  • Da Campo dell'Osso al rifugio di Camposecco

    L'arrivo alla piana di Camposecco, teatro dei film spaghetti western come Tinità.

    Escursione: Da Campo dell'osso al rifugio di Camposecco e ritorno ad anello
    Luogo:Monti Simbruini - Campo dell'osso
    Condizioni Meteo :Nuvoloso - piovoso - neve
    Difficoltà: Escursione lunga. Facile e tutta in discesa fino al rifugio, si recupera tutto il dislivello tornando alle vedute.
    Durata:5h - Giro ad anello di 18km
    Panorama: 3/5 - Bella passeggiata con arrivo alla piana di camposecco, teatro dei nostri spaghetti western come Trinità.
    Avvistamenti : No
    Passeggino:No.

    17.9 km, 04:58:41

    Questa escursione ci porta dal piazzale di Campo dell'Osso, poco sopra Livata, fino ai prati della piana di camposecco, passando per i boschi e le faggete dei monti Simbruini.
    Si parte presto, il giro è lungo, quindi se come noi si fa d'inverno è bene stare verso le 9 alla partenza delle piste da fondo di campo dell'osso.
    Da qui comincia tutta in piano l'escursione che segue il tracciato del sentiero già visto prima che dal passo delle pecore porta all'anello di Livata. Entriamo dunque nella faggeta, seguiamo le indicazioni sempre presenti sul sentiero e arriviamo ad un bivio con l'indicazione "Passo delle Pecore". Continuiamo costeggiando la faggeta, entrando e uscendo dagli alberi, e qui è bene fare molta attenzione ai segnali sugli alberi o si rischia di finire fuori percorso.
    Usciti dalla faggeta e raggiunto il passo delle pecore, troviamo una ulteriore segnaletica. A sinistra andiamo all'anello di Livata, a destra proseguiamo per Campo Buffone che attraversiamo in una fantastica radura per poi preseguire e rientrare più avanti tra gli alberi.

    Il sentiero comincia a scendere verso la piana di camposecco

    Qui il sentiero, che fino ad ora è stato pianeggiante, comincia a scendere verso la piana di Camposecco, sempre in mezzo ai faggi. Quando gli alberi cominciano a diradarsi e si intuisce l'arrivo nella piana abbiamo fatto metà percorso. Infatti il rifugio di Camposecco (che è solo un rifugio per la notte) si trova proprio in fondo alla piana, si intravede piccolo in lontanza.
    Soffermiamoci un attimo sul posto in cui ci troviamo. Una grande radura circondata da boschi di faggio, con piccole collinette piene di spuntoni rocciosi. Per i ragazzi degli anni '70 questo era il far west dei film spaghetti western e a rendere famoso questo posto è stato il film Trinità, con la coppia Bud Spencer e Terence Hill.
    Fatta una breve pausa e salutati i ragazzi che hanno passato la notte nel rifugio riprendiamo la marcia, che stavolta non sarà tutta pianeggiante perché dobbiamo riconquistare il dislivello perso all'andata e salire fino sotto al monte Autore (1.854m) in località "le Vedute".

    Il rifugio di camposecco

    Gianluca fa da staffetta tra neve e nebbia

    La salita comincia dolcemente, poi salendo la nebbia si fa più fitta e la neve fa il resto, abbassando la visibilità senza però diventare mai problematica. Quando raggiungiamo "le Vedute" ormai la visibilità è molto bassa, ma la parte dura del percorso l'abbiamo già fatta e non ci resta che seguire la strada sterrata passando per l'osservatorio e superando gli impianti da sci di Monna dell'Orso per raggiungere infine il punto di partenza, con il gps che segna ben 20km.

    Il video dell'escursione

     

  • Escursione al lago di Calaita

    Escursione: Lago di Calaita con partenza da Malga Crel
    Luogo: San Martino di Castrozza
    Condizioni Meteo : Pioggia costante
    Difficoltà: Escursione facile ma con un passaggio nel bosco abbastanza impegnativo.
    Durata: 2,15h a cui vanno sommati gli spostamenti con le navette
    Panorama= 2/5 – Escursione nel bosco, con bella visuale sulle pale arrivati al lago.
    Passeggino : NO

    Ci sono diversi modi per raggiungere il lago di Calaita, tra cui San martino di Castrozza. Farla tutta a piedi sotto l’acqua sarebbe stato davvero troppo, abbiamo deciso quindi di prendere la navetta che parte dalla stazione degli autobus e farci portare fino a malga Crel. Da li inizia una lunga mulattiera che passa attraverso i boschi di San Martino, quasi totalmente pianeggiante, che percorriamo sotto una pioggia incessante e senza incontrare mai nessuno.

    Quando arriviamo alla deviazione per Calaita la strada bianca diventa un sentiero nel bosco, uno stacco di qualche centinaia di metri ma impegnativo (soprattutto con i bimbi sulle spalle), dove abbiamo la sfortuna di incontrare due signori a cavallo che scendevano su rocce bagnate e scivolose. Riesco a trovare un punto dove farli passare, temendo che uno dei cavalli ci franasse addosso. Superato questo punto ci troviamo sulla sommità del bosco dove riparte la mulattiera che finalmente esce dalla macchia e regala una visuale del lago meta dell’escursione e dell’albergo Miralago.

    Facciamo la conoscenza di un simpaticissimo signore che ci da una mano a portare gli zaini (si, oltre gli zainetti porta bimbi c’è lo zaino del pranzo!) che ci racconta un po’ la storia di questi boschi, ci consiglia qualche escursione e una volta raggiunto l’albergo Miralago ci saluta e torna indietro.

    I miei piccolini sono stanchi, bagnati ed affamati. I proprietari del rifugio sono gentilissimi, forse perché capiscono la situazione, e ci lasciano mangiare il nostro pranzo al sacco all’interno, al caldo. Ringraziamo consumando due birre e un piatto di pasta per i bambini.

    Per tornare abbiamo preso l’ultima corriera delle 14 che ci ha portati a Fiera di Primiero. Dopo un giro in paese riprendiamo la corriera che ci riporta a San Martino.

     

  • Escursione al Passo dello Stelvio salendo lungo il sentiero delle Trincee

    Lo Stelvio in tutta la sua bellezza

     

    Escursione: Dal passo dello Stelvio saliamo ai 3000m
    Luogo:Passo dello Stelvio
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice su strada sterrata di servizio, ripido il primo tratto.
    Durata:1,30h - Sola andata
    Panorama:5/5 - Siamo in uno dei passi di montagna più belli d'Italia, circondati da neve e ghiacciai.
    Avvistamenti : Si, marmotte, ma dovete scendere con l'auto al primo rifugio verso il versante tTentino.
    Passeggino:Si, meglio se da trekking

     

    2.4 km, 01:19:52

     

    Il passo dello Stelvio è una meta agognata di motociclisti e appassionati di automobilismo, ma è soprattutto l'obiettivo di ciclisti amatori che vogliono cimentarsi con un passo di montagna impervio, con tanta pendenza e che in quota raggiunge i 2700m.
    Qui al passo sembra di stare in un mercato popolare. Bancarelle di strada, negozi di souvenir, camioncini per un panino improvvisato. A chiudere il cerchio hotel, bar e alberghi ogni dove. E' pieno di gente nonostante sia fine Giugno, tutti a fare foto agli amici che salgono in moto o ai poderosi ciclisti a 50m dal tanto sudato traguardo.
    Da qui parte la nostra escursione.

    Saremmo dovuti andare su in cima al monte Scorluzzo, ma la tanta neve mi ha fatto ripensare all'escursione per non far rischiare i bambini.

    A giungo c'è ancora tantissima neve

    Si sale verso i 3000m

     

    Così abbiamo seguito il sentiero subito dietro la funivia, la stessa sterrata che porta all'imbocco dello Scorluzzo. Non è impegnativa, ma è faticosa, soprattutto i primi cento metri, con molta pendenza. La neve, anche grazie alle nevicate dei giorni precedenti, è abbontante, superando in altezza i bambini, che si divertono a camminare al fianco di questa grande e bianca parete.
    Arrivati al bivio per lo Scorluzzo, e saliti qualche centinaio di metri, capisco che non possiamo proseguire oltre. Non abbiamo nemmeno le racchette. Cosi torniamo sui nostri passi e continuiamo a salire sulla larga e comoda sterrata, per quello che dovrebbe essere il sentiero delle Trincee.
    Il sentiero non presenta alcuna difficoltà, è una sterrata di servizio per gli hotel che sono su a 3000m. Si può tranquillamente fare con un buon passeggino da trekking.

    Superato un vecchio rifugio abbandonato il paesaggio comincia a diventare sempre più innevato.

     

    Un vecchio rifugio abbandonato

    Il ghiacciaio, visto dall'hotel Baita 3000

    Quando siamo in cima, presso l'hotel ai 3000 metri, ci sono solo due operai che lavorano in mezzo alla neve. E' tutto chiuso.

    Per fortuna acqua e pranzo al sacco non mancano mai. Ci godiamo il silenzio, il sole e il paesaggio. Poco più oltre c'è un altro rifugio abbandonato. Sbirciando dalla porta quello che si ha davanti gli occhi è un vecchio rifugio congelato agli anni 90 ed è come fare un tuffo nel passato. Flipper, coin op, giochi da tavolo. Tutti dinosauri di un'epoca bellissima che ora non esiste più, cancellata dai telefonini e dai social.

    Riscendiamo al passo, sempre lungo lo stesso sentiero. Stavolta scendiamo lo Stelvio dal versante trentino. Arriviamo fino al primo albergo-ristorante lungo la strada. Qui ci sono tantissime marmotte nei prati tutto intorno, quindi i bambini con un buon binocolo (solo per vederle da vicino) si divertiranno ad osservarle mentre si azzuffano e giocano tra di loro.

     

    Il video dell'escursione

  • Escursione al rifugio Sunny Valley

    Il rifugio Sunny Valley

     

    Escursione: Da malga Valle dell'alpe al rifugio Sunny Valley
    Luogo:Passo Gavia
    Condizioni Meteo :Nuvoloso
    Difficoltà: Escursione di media lunghezza e poco impegnativa. 350m di dislivello
    Durata:1,30h - Sola andata
    Panorama: 3/5 - Se diamo le spalle agli impianti niente da recriminare al paesaggio.
    Avvistamenti : Marmotte
    Passeggino:No

    2.9 km, 01:30:28

     

    Un'escursione bella da fare in zona passo Gavia (Santa Caterina Valfurva) è quella che parte dal ponte dell'alpe, nei pressi della Malga dell'alpe, e porta al rifugio Sunny Valley.
    Facciamo una premessa subito. Il rifugio è raggiungibile con impianti di risalita.
    Parcheggiata l'auto di fronte l'imbocco del sentiero cominciamo a salire costeggiando il torrente dell'Alpe. La vallata è molto bella e si cammina circondati dai colori e dal profumo dei fiori. Siamo soli lungo tutta la salita, solo il fischio di qualche marmotta ci rallenta per farci guardare un pò intorno.
    La salita non è mai troppo impegnativa. C'è qualche punto più ripido di altri, ma non è mai richiesto un grande sforzo fisico.

    L'inizio del sentiero

     

    A metà salita incontriamo due ragazzi con il loro bel cagnolone. Scambiamo 2 parole e veniamo a sapere che il rifugio è chiuso. Continuiamo la salita, usciamo dal sentiero in prossimità di una seggiovia e prendiamo una sterrata che ci accompagna fino alla successiva deviazione. Il Sunny Valley è proprio qui dietro, la segnaletica dice 10 minuti. Arrivati su al Sunny Valley mio figlio mi dice "ma questo non è un rifugio, è un albergo". Effettivamente è un rifugio abbastanza lussuoso, che apre l'8 Luglio (ho chiesto dopo all'ufficio del turismo) in concomitanza con l'apertura degli impianti. E' probabile che la maggior parte degli ospiti non sianoescursionisti, quanto piuttosto gente pigra che vuole stare al fresco a mangiare.

    Sotto al rifugio si gode di questo panorama

     

    Torniamo sui nostri passi, facendo la stessa strada dell'andata, ma a 50 metri dall'auto, prendiamo la deviaziaone per la malga dell'Alpe, che è a 5 minuti. Qui ci accolgono caprette, asinelli, due super cagnolone con cuccioli affettuosi che fanno impazzire i bambini. Facciamo merenda, la malga è tutta per noi. La signora che gestisce la malga, aiutata dalle figlie è simpatica e disponibile. Credo si possa salire anche con l'auto se si pranza in malga, ma dal parcheggio saranno 200 metri, non credo ne valga la pena.

    Il video dell'escursione

  • Escursione in val Viola

    La bellissima Val Viola nei pressi del rifugio Valgoi

    Escursione: Si parte dal microscopico parcheggio e si fa un anello passando per il rifugio Viola e scendendo verso il Valgoi
    Luogo:Val Viola
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice su strada sterrata fino al rifugio Viola, bellissimo il sentiero che scende al Valgoi.
    Durata:5,00h - Anello
    Panorama:5/5 - Vallata fantastica.
    Avvistamenti : Si, marmotte.
    Passeggino:Si, meglio se da trekking. SOLO SULLA STERRATA FINO AL RIFUGIO VIOLA.

     

    9.8 km, 05:36:47

     

    Abbiamo rischiato di non riuscire a vedere la val Viola. La strada è stata chiusa una settimana per rifacimento. Finalmente all'ultimo tentativo abbiamo aspettato che gli operai, davvero molto gentili e pazienti, finissero gli ultimi 20 metri di asfalto, che questo si freddasse, per poi salire su, lungo la strada fino alla sbarra dove c'è un parcheggio (piccolo) e un bagno ecologico.
    Da qui inizia il nostro giro ad anello in val Viola. Cominciamo subito prendendo la sterrata, che sale dolcemente tra piccole abitazioni tipiche delle zone di montagna. Sulla sinistra si vedono in lontanza malghe e alpeggi e si intuisce quello che sarà il sentiero del ritorno, che vedremo poi. Il tempo tende a cambiare rapidamente in montagna e man mano che saliamo le nuvole si fanno sempre più basse, tanto da nasconderci la vista della prima tappa di questo anello, il rifugio Viola .

    Siamo 10 persone in totale. Due ragazze fuori per un weekend, due amici appassionati di montagna, una famigliola alla prima esperienza di montagna. Prediamo un piattone di polenta e un dolce dall'aspetto fantastico, e da come lo hanno divorato i bambini immagino che anche il sapore non fosse da meno.

    Il rifugio Viola

    Il dolce dall'aspetto e dal sapore eccezionale.

    Mentre tutti ritornano sui propri passi noi continuiamo il nostro anello, prossima tappa il rifugio Federico Valgoi in Dosdè. Questa parte del percorso, che inizia attraversando un rigagnolo che affluisce nel lago proprio di fronte al rifugio, è meravigliosa. La discesa attraversa rocce, su un sentiero strettissimo, sassi caduti chissà quando, farfalle, fiorellini colorati, corsi d'acqua. C'è davvero tutto, i bambini si divertono un mondo. Non appena si scorge un alpeggio sappiamo di essere arrivati alla meta. Attraversiamo un ponte che ci regala un paesaggio mozzafiato sulla val Viola, la parte più bella, decisamente più bella rispetto alla prima parte del sentiero. Il torrente che scorre sotto di noi ci conduce con l'occhio alla sorgente delle sue limpide acque: il ghiacciaio Dosdè.
    Al rifugio Valgoi siamo soli. Facciamo una merenda e due chiacchiera con la gentile signora che lo gestice, scoprendo che il rifugio prende il nome da un ragazzo che ha perso la vita in un incidente mentre andava ad arrampicare.
    Adesso dobbiamo chiudere il giro. Dobbiamo scendere un pò e poi riguadagnare quota. Passiamo per un rado bosco e raggiungiamo la baita Caricc attraversando un ponte di legno, lo superiamo e proseguiamo in piano fino sotto al parcheggio.
    Qui tra mucche al pascolo risaliamo in un fitto bosco, e in 10 minuti siamo di nuovo al parcheggio.

    Il rifugio Federico Valgoi

    La vallata prima di rientrare verso il parcheggio

    L'escursione è stata lunga ma appagante, per un totale di 10 km circa.
    Avrei voluto che qualcuno mi consigliasse di fare il giro al contrario rispetto a come l'abbiamo fatto noi. Sicuramente la salita al rifugio Viola sarebbe stata molto più appagante, ma facendo prima la sterrata abbiamo fatto molto meno dislivello. La scelta spetta a voi, ma passate al rifugio Federico Valgoi, li la val Viola vi incanterà.

     

    Il video dell'escursione

  • Escursione Passo Rolle ai laghi di Colbricon e ritorno a San Martino di Castrozza

    Escursione: Laghi di Colbricon, partenza da Passo Rolle, arrivo a San Martino di Castrozza passando per Malga Ces.
    Luogo: Passo Rolle
    Condizioni Meteo : Coperto
    Difficoltà: Escursione facile con un solo passaggio esposto.
    Durata: 2h
    Panorama: 3/5 – Escursione piacevole, preferibile col sole per pranzo al sacco al lago.
    Passeggino: Si, fino ai laghi.

    Tornando dall’escursione in Val Venegia decido di farmi lasciare a Passo Rolle per fare il sentiero 348 che passa per i laghi di Colbricon e scende fino a San Martino di Castrozza. Stavolta vado solo, i bimbi sono stanchi e tornano a casa con la mamma, a riposare.

    Il sentiero è molto bello, passa in un bosco pieno di colori e arriva in breve tempo ai laghi di Colbricon, dove si intravede anche il rifugio omonimo. Decido di fare il giro dei laghi, ringrazio i miei scarponi per aver tenuto i piedi asciutti nei passaggi molto umidi, dopo qualche foto raggiungo un cartello che mi racconta la storia di questi laghi. Qui troviamo la prima testimonianza dell’uomo in alta quota, un piccolo insediamento scoperto dai fratelli Secco nel 1971.

    Prendo un caffè al rifugio e mi rimetto subito in marcia. Il tempo è brutto, le nuvole cariche di pioggia, scure e minacciose, temo di prenderla tutta. Continuo sul sentiero 348 che dopo una brevissima salita inizia a scendere. Qui l’unico punto esposto dell’escursione, un sentiero che fiancheggia la montagna ma che non presenta alcuna difficoltà per un escursionista navigato. Dopo un breve tratto nel bosco si sbuca sulla pista da sci dietro Malga Ces.

    All’altezza di quest’ultima, sempre sulla pista, dirimpetto alla malga, c’è l’indicazione del sentiero che riporta verso San Martino, passando per il bosco. Potete scegliere diversi sentieri a dire la verità, ne ho fatti diversi, tutti portano giù in paese, avete solo l’imbarazzo della scelta.

     

  • I tre confini

    {jcomments on}Escursione: Escursione al ceppo dei tre confini tra Italia, Slovenia e Austria, simbolo di amicizia tra popoli.
    Luogo: Si sale da Arnoldstein, tramite la lunghissima seggiovia
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà
    Durata: 30 minuti, solo andata
    Panorama: 4/5 – In condizioni di meteo buone si vedono i tre grandi laghi dell'Austria, Faake, Worther e Ossiacher
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si

    Il ceppo dei tre confini

     

    1.1 km, 00:22:57

    I tre confini è un punto situato a 1500 metri circa che rappresenta l'amicizia tra tre nazioni, l'Italia, la Slovenia e l'Austria.
    Ci sono ovviamente tre modi per raggiungerlo, tre sentieri differenti che partono dai tre stati. Noi siamo saliti da Arnoldstein, in Austria, qualche chilometro dopo il confine Italiano, per facilitare la salita ai bambini gia stanchi dai giorni precedenti. Il costo della seggiovia, lunghissima e altissima in alcuni punti, è di 39 euro circa tutta la famiglia.

    Una volta in cima il paesaggio è davvero bellissimo, nonostante la quota d'arrivo della stazione a monte non sia cosi elevata, si riesce a vedere già quasi a 360 gradi. Da li parte una passeggiata, perché è di questo che si tratta, che arriva su al cippo dei tre confini, dove la vista è davvero eccezionale, e in una bella giornata come è stata la nostra, si riescono a vedere tre grandi laghi austriaci, il Faaker, il Worther e persino l'Ossiacher.

    Mucche al pascolo

    I pascoli in cima alla montagna e in fondo la seggiovia di Arnoldstein

    A scendere potete decidere di farla sempre in seggiovia, se avete pagato il biglietto a/r ovviamente, o fare la lunghissima carrareccia che in 2 ore circa vi riporterà al parcheggio a valle.

  • Lago di Chamolé partendo da Pila

    Il lago di Chamolé

     

    Escursione: Si parte da Pila
    Luogo:Valle d'Aosta - Pila
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice ma lunga!
    Durata:5h in movimento - anello
    Panorama:5/5 - Si gode di un paesaggio pazzesco che spazia dal monte Rosa al monte Bianco e tutta la valle centrale di Aosta
    Avvistamenti : No.
    Passeggino:Si, in alcuni punti più scomodo ma fattibile almeno all'andata. dalla seggiovia va lasciato perché diventa un vero e proprio sentiero di montagna. Il ritorno va fatto sulla stessa strada dell'andata e non è possibile fare l'anello

    9 km, 06:22:35

    .

     

    Per raggiungere il lago di Chamolè ci sono due modi. Quello rapido e senza sforzo, ovvero la seggiovia, oppure facendo un lungo e non troppo faticoso sentiero con giro ad anello che ci ripaga con panorami mozzafiato spaziando dal Monte Bianco al Monte Rosa.
    Una volta raggiunta Pila, famosa località sciistica valdostana, si parcheggia l'auto al primo piazzale, dove ci sono negozietti e bar e si sale la scala di ferro di fronte al parcheggio che ci porta all'inizio del sentiero.
    Si passa per le piste da sci, superiamo le prime baite che incontriamo dopo neanche 100 metri, e proseguiamo a salire sempre costeggiando le piste.
    Le indicazioni su questi sentieri non sono proprio perfette. Noi abbiamo seguito il sentiero 19, che ogni tanto spariva, poi ricompariva da qualche altra parte.
    Superate le piste si entra finalmente nel bosco e una volta usciti sulla poderale che non abbandoneremo più fino quasi sotto al lago di chamolé, il paesaggio si apre nei pressi di un laghetto con un ristorante/baita sulle sponde, il Société.

    Il lago e la baita societé

    La vista dal lago di Chamole

    Già qui potremmo stendere i teli e goderci il resto della giornata, ma l'obiettivo non è ancora raggiunto. Proseguiamo quindi sul comodo e largo sentiero che ci porta all'arrivo della seggiovia che parte da pila (se si è scelto di non camminare) costeggiando una pista di downhill.
    Il rifugio è chiuso perché pericolante, ma c'è un chioschetto che ci da la possibilità di gustarci una birra fresca.
    Dopo la sosta continuiamo per il lago, che raggiungiamo in 15 minuti. Molto carino, acqua pulita e piena di girini, addirittura i barbecue per fare le grigliate!! Da qui parte un sentiero che si inerpica sulla montagna per raggiungere il rifugio Arbolle. Nella direzione opposta il sentiero che prendiamo scende verso Pila.

    Si gioca nei pressi dell'acqua

    Il sentiero della discesa comincia qui.

    Sentiero piu da montagna che passa per vecchi alpeggi (che forse per la stagione 2024 saranno aperti) e poi rientra nel bosco tagliando, facendo molta attenzione seppure ben segnalato, un'altra pista di downhill.
    Usciti dal bosco ci ritroviamo in alto sopra le prime baite viste ad inizio sentiero. Scendiamo e prendiamo un pò di sole prima di tornare alla macchina.

     

    Il video dell'escursione

  • Malga Grantagar

    {jcomments on}Escursione: Saliamo fino alla Malga Grantagar 
    Luogo:Sopra il lago di Predil
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione che sale costantemente, senza mollare mai, fino alla malga. MOLTO NOIOSA, soprattutto per i bambini.
    Durata: 1:45h
    Panorama: 4/5 - La fatica di fare un sentiero privo di alcun interesse viene ripagata dalla vista che si ha dalla malga.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, ma il sentiero è costantemente in salita, non molla mai e non ci sono punti comodi dove riposarsi senza dover tenere fermo il passeggino.

    L'arrivo alla Malga Grantagar

     

    3.9 km, 02:04:26

     

    Sulla strada per Sella Neva venendo da Tarvisio (Sp 76), dopo aver superato il lago di Predil, troverete sulla vostra destra un monumento ai caduti della polveriera  di Prat da l'Ors. E' qui che si parcheggia l'auto e dove comincia il nostro sentiero.

    Vorrei subito dire che l'escursione è assolutamente noiosa, priva di alcun interesse per i bambini e costantemente in salita. Questo mix di ingredienti l'ha resa molto ostica per loro. Si sale per innumerevoli tornanti su di una strada bianca che è possibile percorrere anche in auto (sconsigliato, è strettissima soprattutto in cima), ma almeno potrete percorrere il primo km e parcheggiare dopo le vecchie costruzioni in cemento, dove c'è un ampio spazio erboso.

    Da li fino alla malga è assolutamente tutto ugualmente noioso, tranne una piccola deviazione nel bosco che ci permette di saltare un solo tornate e risparmiare un pò di strada.

    Il rifugio Corsi

     

    Una volta usciti dal bosco però il paesaggio che ci troviamo di fronte è spettacolare. Lo Jof Fuart e il campanile di Villaco, il rifugio Corsi, e il Mangart alle nostre spalle. Tutto questo ci ripaga dallo sforzo e dalla fatica fatta per arrivare quassù.

    Gli ultimi 200 metri per arrivare alla malga sono fatti con questo panorama magico che poi potrete assaporare in tutto relax seduti sui prati attorno la malga o da un tavolo di legno mentre mangiate un buon piatto di polenta o un dolcetto.

    Da li partono altri sentieri, molto più impegnativi, e visto lo sforzo fatto per arrivare qua mi sento di chiedere ai miei figli di accompagnarmi e li lascio giocare sui prati della malga.

    Torniamo per lo stesso noioso percorso dell'andata.

  • Monte Canin

    {jcomments on}Escursione: Partenza ovovia di Sella Nevea
    Luogo: Sella Nevea
    Condizioni Meteo : Parzialmente nuvoloso
    Difficoltà: Escursione piacevole e poco impegnativa completamente su roccia!
    Durata: Dipende da quanto vorrete fermarvi
    Panorama: 3,5/5 – A soli 1850 metri si è completamente circodanti dalla roccia, davvero spettacolare
    Avvistamenti : Si, stambecchi
    Passeggino: Si, ma solo se andate verso il nevaio

     Panoramica sul nevaio del Prevala

    Il monte Canin mi ha piacevolmente sorpreso.

    Con i bambini saliamo con la comoda e nuova ovovia, e una volta in cima ci troviamo in un luogo arido, selvaggio, bellissimo. A valle la vegetazione è rigogliosa e abbondante, su in cima siamo circondati a 360 da roccia, ghiaia e neve. E siamo solo a 1850m!
    Ma come è possibile? Me lo spiega una delle signore che gestisce il Rifugio Gilberti. Qui non batte il sole per 4 mesi l'anno, da novembre a febbraio. Ecco la neve un pò dapperttutto e il nevaio molto grande nonostante l'altitudine non sia cosi elevata.

    Rifugio Gilberti

    Decidiamo di fare il sentiero botanico,lungo un paio di chilometri, che a dirla tutta non è stato molto entusiasmante, forse avremmo dovuto salire alla sella di bivac, ma dovevamo andare anche giocare con la neve d'estate, e abbiamo optato per rimanere nei dintorni del rifugio.

    Dopo la pausa pranzo all'ombra del rifugio facciamo un incontro inaspettato. Stambecchi, tanti, giovani, cuccioli, bellissimi. I bambini ne sono rimasti affascinati, è stato il loro primo vero incontro con animali di montagna liberi nel loro territorio naturale. E che agilità anche i piccoletti.

    Si sccende nuovamente con l'ovovia o con il sentiero fino a valle.

  • Orrido dello Slizza

    {jcomments on}Escursione: Si percorre l'anello che costeggia il fiume
    Luogo: Tarvisio Boscoverde
    Condizioni Meteo : Soleggiato - Variabile
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà, divertentissima per i bambini
    Durata: 1.00h 
    Panorama: 2/5 – Il fiume ha dei colori meravigliosi e un'acqua limpidissima, ma si è in una conca.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

    Orrido dello Slizza

    1.5 km, 00:54:29

    A Tarvisio c'è un semplice ma bellissimo sentiero che lascerà i vostri bambini a bocca aperta.
    E' il sentiero dell'Orrido dello Slizza, che costeggia il corso del fiume dalle acque gelide ma cristalline e dai colori meravigliosi, facendo un giro ad anello che parte e torna al parcheggio che si trova nelle vicinanze del monumento ai caduti delle guerre napoleoniche.

    Lasciata l'auto e raggiunto il momumento il sentiero scende ripidissimo (ma a scale) fino al corso del fiume, dove c'è un ampio spazio per giocare un pò con l'acqua fresca, fare qualche omino di pietra, tirare i sassi piatti e contare quanti rimabalzi si riescono a fare.

    Qualche foto a bordo fiume

    I colori meravigliosi del fiume

    Andiamo a sinistra e cominciamo a seguire il corso del fiume, con dei sali scendi nel bosco e in alcuni tratti si passa su delle passerelle sospese che ci permettono di ammirare la bellezza del fiume, senza timore di scivoloni grazie alle griglie in ferro finissimo sulle assi di legno.

    Oltrepassato un punto in cui volendo, scalzi, si può attraversare il fiume per bagnarsi i piedi e rinfrescarsi, il sentiero torna a salire passando sotto la montagna e per poi cominciare a salire decisamente fino a che non si sbuca sulla ciclabile Alpe Adria.

    Usciti dal bosco costeggiamo l'alpe adria per altri 200 m e torniamo all'auto.

     

  • Parco Tematico della Grande Guerra

    {jcomments on}Escursione: Ripercorriamo la storia della Grande Guerra e delle battaglie avvenute in questi luoghi
    Luogo: Val Saisera
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione con tre gradi di difficoltà diversi, divertentissima per i bambini
    Durata: 2.30h solo i primi due anelli
    Panorama: Sentiero interamente nel bosco.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

    Il primo tunnel nella roccia

     

    4 km, 02:27:12

    Un sentiero interessante sia per i grandi che per i bambini si trova in Val Saisera, ed è il Parco Tematico della Grande Guerra, che ripercorre sentieri e tracce utilizzate dai soldati austro-ungarici durante la prima guerra mondiale.
    Il sentiero è composto da tre anelli, verde (facile), blu (medio) e rosso (impegnativo) che si susseguono l'uno dopo l'altro ma lasciano la possibilità di percorrere ad anello solo i sentieri adatti alle nostre possibilità, quindi si è liberi di fare solo l'anello verde, che è quasi tutto pianeggiante.

    Parcheggiamo l'auto nei pressi della locanda Montasio torniamo indietro di qualche centinaio di metri lungo la stradda asfaltata e arriviamo all'inizio del sentiero tematico, che subito sulla sinistra entra nel bosco e ci fa vedere le prime costruzioni in pietra poste a difesa del territorio.

     

    Costruzioni militari

    La casamatta con la scala

    Usciti dal bosco attraversiamo il torrente saisera, in secca, e riprendiamo le indicazioni per il sentiero verde, contrassegnato da un pallino di colore verde, e rientriamo nel bosco incontrando ogni 300 metri un punto interessante che ci mostra la vita di trincea, come un deposito munizioni, una postazione di tiro e passiamo persino in un tunnel di roccia, dove è raccomandabile avere con se una torcia, quella del cellulare va più che bene.

    Arrivati alla fine dell'anello verde proseguiamo sull'anello blu, e la cosa si fa più interessante, la quota sale, arriviamo ad una costruzione visitabile dove passato un punto sotto la roccia si arriva a delle scale ma dubbiosi sulla stabilità e soprattutto su cosa ci sarebbe stato sotto, insomma per prudenza evitiamo di scendere e proseguiamo il sentiero.

    Il sentiero della musica

    Quando arriviamo al sentiero rosso dopo i primi 300 metri scopriamo a malincuore che le piogge dei giorni precendenti hanno reso quasi inagibile la salita, con il fango che arrivava oltre le caviglie dei bambini e quindi siamo stati costretti a tornare sui nostri passi e a chiudere l'anello senza visitare quella che sicuramente era la parte più interessante del percorso.

    Scendendo seguiamo una variante che si intreccia con il sentiero della musica. Siamo nei boschi i cui alberi danno vita a strumenti musicali di pregio, vista la qualità della legna di queste foreste. Ricongiunti al sentiero verde c'è un'ultima postazione da visitare, un rifugio scavato nella roccia per ripararsi dai bombardamenti.

    Il sentiero prosegue senza fatica fino a raggiungere nuovamente il torrente e il parcheggio.

     

  • Rifugio Nordio-Deffar

    {jcomments on}Escursione: In val d'Uqua, nelle Alpi Carniche.
    Luogo: Val d'Uqua, sopra Ugovizza
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà, che è possibile fare su una comoda carrareccia o tagliando per il bosco
    Durata: 3.40h 
    Panorama: 2/5 – Non c'è molto da vedere se non prati e boschi
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, meglio se da trekking con ruote adatte a sassi grandi ma dovete fare solo la strada bianca!

    Il confine con l'Austria

     

    4.7 km, 03:40:07

     

    Nell'alta val d'Uqua, sopra l'abitato di Ugovizza, ci sono diversi rifugi che fanno parte del Puanina Tour, una serie di sentieri tematici che arrivano in diversi rifugi o malghe per gustare i prodotti tipici della valle.
    Tra questi c'è il Rifugio Nordio-Deffar, situato a quota 1412m, completamente ristrutturato a seguito di un incendio occorso qualche anno prima.
    Percorrete tutta la valle con l'auto, su una strada stretta e a volte scomoda, soprattutto se si incontrano veicoli nel senso opposto, ma mai pericolosa. Ignorate tutti i vari parcheggi e cartelli, e continuate fino all'ultimo parcheggio dove lascerete l'auto.

    Il sentiero che sale al rifugio passando per il bosco

    La Wirtshaus Starhand, malga appena oltre il confine

    Appena iniziato il sentiero seguendo l'unica ed inconfondibile segnaletica che vi porta a percorrere tutta la carrareccia, fate attenzione dopo 150m alla vostra sinistra. Se n'è accorto mio figlio, io non ci avevo mica fatto caso! Sulla vostra sinistra dunque incontrerete un ceppo di legno marcato in rosso, con un mini sentiero che in 3 passi vi porta ad attraversare un piccolo ruscelletto, e da li c'è chiara una indicazione per il rifugio Nordio, evitando cosi la noiosa carrareccia (che faremo al ritorno per comodità), che sale nel bosco per ricongiungersi alla carrareccia negli ultimi 200 metri prima del rifugio.
    Una volta avvistato il rifugio Nordio non desistete, continuate sulla sterrata per altri 300 metri e arriverete alla sella di Lom, confine con l'Austria, dove c'è un alpeggio e un villaggio montano. Qui rispetto al Nordio c'è pochissima gente, e la simpatica signora che gestice la Wirtshaus Starhand offre ospitalità a prezzi davvero contenuti.
    Dopo esservi rifocillati prendete il sentiero che di fronte la malga sale nel bosco per ricongiungersi ad anello al sentiero che dal Nordio sale alla Sella di Bistrizza, altro villaggio montano con alpeggio.

    Il rifugio Nordio

    Non appena ricongiunti al sentiero riscendete verso il Nordio, dove noi prendiamo un caffè e da li cominciate a scendere verso il parcheggio, stavolta ignorando il sentiero scorciatoia, molto scivoloso, per percorrere tutta la carrareccia fino all'auto.

  • Torri di Maremma nel Parco dell'Uccellina

    {jcomments on}

    Escursione: Attraversiamo il parco dell'Uccellina, in Maremma, fino a raggiungere il mare
    Luogo: Parco della Maremma, Toscana
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione sempre in mezzo alla vegetazione mai impegnativa.
    Durata: Tutto il giorno, bagno e sosta in spiaggia compresi!
    Panorama: 4/5 - Dalla torre di Castel Marino si vede tutto il parco e lo splendido mare riserva naturale
    Avvistamenti : No, ma presenti fototrappole sull sentiero, quindi possibilità di incontrare animali dovrebbero esserci.
    Passeggino:No, ma c'è una alternativa da fare in bici (lunga, quindi sconsigliata a piedi)

    Vista dalla torre di Castel Marino

     

    10.3 km, 06:43:24

    Questa estate ho fatto una bellissima escursione in Toscana, nel Parco della Maremma. Escursione rimandata da troppo tempo, decidiamo quindi di partire, sfidando il caldo torrido di luglio, sapendo che la ricompensa sarebbe stata un bagno in una riserva naturale integrale. (munitevi del biglietto prima di entrare nel parco o si rischiano multe salate)

    Fatti i biglietti per entrare nel parco (può sembrare strano dover fare dei biglietti per entrare in mezzo a un bosco, ma i controlli ci sono e le multe sono salate), raggiungiamo l'inizio del sentiero con l'auto, e una volta parcheggiata cominciamo l'escursione, che per i primi chilometri è in piano e sotto la pineta.

    Attraversato il canale scaglietto, si comincia a salire su roccia e terra, sempre molto semplice il percorso, ma si fanno 120 metri di dislivello che ci portano in cima alla collina, e ci si rende già conto del paesaggio che ci circonda, una sconfinata distesa di pini marittimi e la macchia mediterranea.

    La Torre di Collelungo in lontanza

    Le tappe prima di arrivare al mare sono due torri, la torre di Castel Marino, dove il panorama è stupendo, e poi la torre a ridosso del mare, la torre di Collelungo, dalla quale poi discendiamo al mare.

    Siamo a qualche chilometro da Cala di Forno, in una riserva naturale integrale, con un mare limpido e splendente, che invita a farsi un bagno. Intorno a noi pochissime persone, la maggior parte arrivate in bicicletta con un altro percorso, ma siamo lontani l'uno dall'altro, c'è pace e tanto spazio.

    Dopo innumerevoli tuffi bisogna riprendere il sentiero del ritorno, che costeggia il canale attraversato all'inizio passando nella macchia fino ad arrivare al punto dove l'avevamo attraversato all'inizio.

    Da li di nuovo sotto i pini marittimi si percorre l'ultimo chilometro che ci riporta alla macchina.

     

  • Val di Rezzalo

    La bellissima val di Rezzalo

     

    Escursione: Percorriamo la val di Rezzalo fino al rifugio la Baita
    Luogo:Val di Rezzalo, Valtellina
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione di media lunghezza ma facile e su comoda sterrata.
    Durata:1,20h - Sola andata
    Panorama: 3/5 - Vallata davvero molto bella e soleggiata
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si.

     

    3.3 km, 01:20:08

     

    La val di rezzalo è stata la prima escursione in Valtellina. Cercavo una passeggiata facile e appagante da fare con i bambini per sciogliere un pò le gambe e riprendere il ritmo dopo un letargico inverno.
    Arrivati al parcheggio, piccolo va detto, previo pagamento del pedaggio giornaliero (5 euro) indossiamo gli scarponi e cominciamo a camminare lungo una comoda sterrata che gradualmente comincia a risalire la vallata.

    Gli alberi ci riparano dal sole, superiamo delle case piene di fiori, qualche baita forse ancora non aperta, per proseguire sempre in leggera ma costante salita. Usciti dal riparo degli alberi la vallata comincia a mostrarsi. Beviamo un sorso d'acqua nell'area picnic molto curata e pulita che si trova 300m prima del rifugio la Baita. In questa area picnic c'è anche una toilette ecologica, che non emana odori sgradevoli.

    Il rifugio la Baita

     

    Per vedere però la vallata nella sua interezza bisogna fare ancora un piccolo sforzo e raggiungere il rifugio, non proprio ospitale se non si pranza li, ma carino. Da questo punto, meta dell'escursione, la vallata si apre, si lascia ammirare mentre è inondata di sole. Non resta che stendersi su un prato e godersi l'aria buona e il bel paesaggio, prima di ritornare al parcheggio seguendo la stessa strada dell'andata.

     

    Il video dell'escursione

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